Gaypride: una necessità?

Domani si terrà il corteo del Gaypride nelle strade di Genova.

Liberi di manifestare, ma anche di rispettare chi non la pensa come loro!

Eh sì, perché temo (spero di sbagliarmi) che vedremo, come è già successo nel passato e a Roma un mese fa, che il corteo sarà una carnevalata di inizio estate, con carri allegorici tra cui non mancheranno quelli irriverenti, irrispettosi e offensivi verso la Chiesa cattolica (di cui faccio parte), il Papa, i vescovi e in particolare il nostro Arcivescovo di Genova e Presidente della CEI, il cardinale Bagnasco.

Giusto ieri il ministro Rotondi si è recato ad un incontro organizzato dal Gaypride ed ha annunciato che è giusto regolamentare le coppie di fatto anche quelle omosessuali, senza la possibilità di adottare figli. Avrei preferito che il ministro, invece di portare avanti iniziative che fortunatamente il governo non condivide, avesse annunziato altre iniziative a favore delle vere necessità che oggi interessano gli italiani (adottare misure economiche che rimettano in moto l’economia, creando posti di lavoro; interventi a sostegno delle famiglie). Non mi pare che la regolamentazione delle coppie di fatto sia un’emergenza o una necessità italiana e a chi sostiene che altri paesi europei hanno adottato il regime delle coppie di fatto, non vede perché l’Italia debba seguirli. Un precisazione: la Francia ha adottato le coppie di fatto, ma è anche vero che ha già in regime il quoziente familiare, quale fondamento delle politiche familiari, cosa che in Italia non c’è. Allora la  priorità è il quoziente familiare e il sostegno alla famiglia, quella stessa famiglia che è alla base dell’economia italiana con le sue piccole-medie imprese che hanno permesso al nostro Paese di attenuare gli effetti della crisi economica: le imprese invece di indebitarsi presso le Banche, hanno ricorso al risparmio familiare (guardate gli effetti negli Stati Uniti e in Gran Bretagna di cosa per le imprese e le famiglie  ha significato chiedere prestiti alle banche!).

Tornando alle rivendicazioni delle coppie di fatto omosessuali, rispondo che gli strumenti giuridici privatistici per garantire diritti e doveri reciproci già esistono e il movimento gay non si aspetti un riconoscimento pubblico tra matrimonio eterosessuale/naturale e quello omosessuale perché solo il matrimonio fondato sul diritto naturale è alla base della società.

Tuttavia condanno fermamente i fenomeni di razzismo e discriminazione verso le persone omosessuali in riferimento al recente episodio di Napoli, ma non si dica che ciò sia colpa di chi non condivide le battaglie politiche/ideologiche di chi manifesta al gaypride. In quel episodio sono da condannare chi ha perpetrato la violenza (skinhead) e chi si è mostrato indifferente in diretta all’episodio, quindi non mi si chiami in causa altri attori.

Ricordo che alle elezioni politiche 2006 il ministro Calderoli, leghista ancora oggi al governo, aveva avuto il pessimo gusto di mostrare al TG1 una maglietta che fece scandalo tra i credenti musulmani perché non rispettosa di Maometto. Si gridò allo scandalo, i giornali di sinistra (radical-socialisti e comunisti), le TV e diversi programmi ne fecero una bandiera contro il ministro per il poco rispetto. Ma dal quel giorno ad oggi i quiei media e quegli stessi giornali hanno mai criticato e definito irrispettosi quel movimento gay che in ogni manifestazione (vedi  Roma in maggio 2009) critica e offende la Fede cattolica, Gesù, Maria e la Chiesa tutta?

SIMONE FEMIA

Comincia la discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *