JMJ Madrid 2011

“Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” (Col 2,7). Questo è stato il riferimento della 26ͣ giornata mondiale della gioventù che si è tenuta a Madrid in Spagna dal 16 al 21 agosto.

Mi permetto di sfruttare il sito politico per un articolo sulla GMG che si é conclusa 2 settimane fa.

Secondo il quotidiano spagnolo ABC erano circa 2 milioni i giovani presenti dai 193 paesi del mondo giunti a Cuatros Vientos, presso l’aeroporto militare dove il santo Padre Benedetto XVI ha celebrato la messa conclusiva delle 5 giornate. Dall’Italia erano presenti più di 90000 giovani (di cui circa 2000 liguri) secondi solo dopo la presenza degli Spagnoli.

Gli “indignados” spagnoli hanno protestato contro la GMG e la venuta del Papa, da una parte perché reputavano che i pellegrini viaggiassero mangiassero gratis, non considerando che ciascuno ha pagato una certa cifra, variabile in base ai giorni di soggiorno, per sostenere le spese, dall’altra l’apparato si sicurezza è stato dovuto spiegare per garantire la mobilità di un Capo di Stato e gli spostamenti in sicurezza delle migliaia di pellegrini che con la loro presenza hanno riempito e fatto vivere la città, anche sotto il profilo economico. Nonostante ciò, comunque sono state giornate di festa e di riscoperta della fede per i tanti giovani che, ben prima delle 5 giornate ufficiali, avevano già invaso la capitale spagnola, tra Plaza Mayor e il Parque del Retiro, un’invasione pacifica di tanti giovani che hanno potuto non solo visitare la città, ma scoprire anche il sorriso della maggior parte dei madrileni che hanno accolto i pellegrini.

La maggior parte dei giovani liguri sono giunti a Madrid con i pullman organizzati dalle diverse pastorali diocesane e altri gruppetti sono giunti in aereo da Genova. L’alloggio per tutti è stato il Palazzetto dello sport di Pinto, cittadina a sud di Madrid, dove presso la chiesa parrocchiale si è svolta anche una delle tre catechesi. Una di queste è stata tenuta dal Vescovo di Chiavari, Mons. Alberto Tanasini.

In particolare è stata la chiesa parrocchiale di San Juan de la Cruz, nel centro di Madrid, vicino a Casa Italia, sede della Pastorale giovanile della CEI, ad ospitare la catechesi del cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della CEI e Arcivescovo di Genova. Sua Eminenza ci ha richiamato all’unicità della persona umana e all’anelito di trascendenza che ciascun uomo possiede oltre la sua corporeità, ricordandoci l’inclinazione che ha ciascun uomo di guardare a se stesso con egoismo, pensando di trovare in sé la verità e ogni risposta su di sè, è una tentazione ricorrente soprattutto al giorno d’oggi dove con il secolarismo da una parte e con il consumismo dall’altra si vuole negare la presenza di Dio nel mondo, trasformando il nostro vivere in uno sfrenato consumo di beni senza più guardare alle persone che ci circondano e al nostro bene.

Questi spunti sono stati vissuti pienamente con l’arrivo del Papa a Madrid il 18 agosto che con il primo incontro ufficiale con i giovani a presso Plaza de Cibeles ci ha invitati ad “essere poveri di spirito, affamati di giustizia, misericordiosi, puri di cuore, amanti della pace” senza disperderci “per altri sentieri, come quello dei nostri impulsi ciechi ed egoisti, quello delle proposte che lusingano, ma che sono interessate, ingannevoli e volubili, lasciano il vuoto e la frustrazione dietro di sé”. Venerdì 19 agosto poi c’è stata la Via Crucis che ha interessato tutto il Paseo del Prado dove la croce della GMG è stata portata dai giovani provenienti da tutto il mondo, in particolare dai giovani dell’Iraq, del Ruanda, del Burundi, di Haiti e del Giappone, ricordandoci che Gesù si è fatto uomo per condividere le miserie e i dolori dell’umanità.

Vorrei però qua riprendere le parole rivolte dal Santo Padre ai giornalisti sul volo verso Madrid. In particolare Benedetto XVI ha ricordato come “l’economia non funziona solo con un’autoregolamentazione di mercato, ma ha bisogno di una ragione etica per funzionare per l’uomo…l’uomo dev’essere il centro dell’economia e che l’economia non è da misurare secondo il massimo del profitto, ma secondo il bene di tutti, include responsabilità per l’altro e funziona veramente bene solo se funziona in modo umano, nel rispetto dell’altro”. Queste sono parole che oggi risuonano profetiche e che già erano state anticipate dall’Enciclica “Caritas in veritate”. E’ evidente che siamo in piena crisi mondiale e l’economia sembra aver perso le ragioni del suo agire. L’economia finanziaria sta sostituendo quella reale (quella dei beni prodotti), i bilanci nazionali, in particolare quelli europei, vanno salvaguardati per assicurare i mercati internazionali ed evitare le speculazioni. Si pensa più a trovare soluzioni perché lo spread tra BPT italiani e BUND tedeschi sia più basso possibile, invece di rilanciare ala produttività del nostro Paese; si pensa ad evitare operazioni speculative come lo short selling, le vendite allo scoperto invece di ridurre la disoccupazione. E’ vero che vanno affrontati questi due problemi, ma è anche vero che ora in Italia vanno prese misure strutturali dove non basta varare una manovra da 45, 5 miliardi se poi questa non pone le basi per un rilancio economico di medio e lungo periodo.

L’altro discorso che reputo che possa essere letto anche dai non credenti si riferisce all’incontro con giovani docenti universitari nella Basilica di San Lorenzo de El Escorial il 19 agosto 2011. E’ legato in maniera stretta alla visione del mondo, al compito dell’educazione e a quale scopo finalizziamo le nostre scelte, non solo economiche, ma anche di ricerca di sé e di attenzione al prossimo. Ed ecco allora che il professore, teologo Joseph Raztinger ci ricorda che oggi “si ritiene che la missione di un professore universitario sia oggi esclusivamente quella di formare dei professionisti competenti ed efficaci che possano soddisfare la domanda del mercato in ogni momento preciso. Si afferma pure che l’unica cosa che si deve privilegiare nella congiuntura presente sia la pura capacità tecnica”, ma che “quando la sola utilità e il pragmatismo immediato si ergono a criterio principale dell’educazione, le perdite possono essere drammatiche: dagli abusi di una scienza senza limiti, ben oltre se stessa, fino al totalitarismo politico che si ravviva facilmente quando si elimina qualsiasi riferimento superiore al semplice calcolo di potere. Allora l’idea genuina di università è precisamente quello che ci preserva da tale visione riduzionista e distorta dell’umano…l’università è stata ed è tuttora chiamata ad essere sempre la casa dove si cerca la verità propria della persona umana. Per tale ragione non a caso fu la Chiesa ad aver promosso l’istituzione universitaria (mi viene in mente La Sapienza di Roma e i suoi recenti trascorsi), quale istituzione perché l’uomo si mettesse in cammino nella ricerca della Verità che nella fede di un credente cattolica si pone in Cristo, come del Logos mediante il quale tutto è stato fatto (cfr Gv 1,3), ma che un non credente può ricercare, certo che ad Essa, alla Verità, può tendere. Il Papa infatti aggiunge che la stessa verità è sempre più alta dei nostri traguardi. Possiamo cercarla ed avvicinarci ad essa, però non possiamo possederla totalmente, o meglio è essa che ci possiede e che ci motiva e che l’umiltà è una virtù indispensabile, che ci protegge dalla vanità che chiude l’accesso alla verità perché non dobbiamo attirare gli studenti a noi stessi, bensì indirizzarli verso quella verità che tutti cerchiamo.

Mi paiono riflessioni forti per ripensare noi stessi, le nostre scelte a scoprire cosa muove il nostro agire perché la ricerca della verità, il discernimento tra il bene e il male, l’attenzione rivolta all’uomo, soprattutto nel momento della sua debolezza possono essere terreno comune della riflessione tra laici credenti e non credenti ed evitare che il particolarismo e l’individualismo predominino e avanzi una comunità fatta di monadi isolate.

Infine gli ultimi due giorni sono stati vissuti a Cuatros Vientos, l’aeroporto militare, dove durante la giornata di sabato sono accorsi le migliaia di giovani che hanno preso posto nei vari settori. Il caldo secco ha dominato per l’intero pomeriggio, ma la frescura degli estintori dei bomberos (pompieri) e l’intervento delle ambulanze hanno permesso di superare qualsiasi inconveniente. L’area poi era circondata da 8 cappelle in cui era possibile accostarsi al Sacramento della Riconciliazione e trascorrere un po’ di tempo in adorazione eucaristica. In serata durante la veglia è giunta la pioggia accompagnata da un forte vento, ma la resistenza dei tanti giovani, dei sacerdoti e delle suore, nonché la Provvidenza hanno spazzato via ogni nuvola e l’Adorazione Eucaristia guidata dal Santo Padre si è svolta in un clima sereno e nel silenzio dei tanti giovani assorti nella preghiera.

Domenica, ultima giornata, si è svolta la messa conclusiva dove Benedetto XVI ci ha ricordato che Gesù non è uno dei tanti personaggi religiosi, ma il Figlio di Dio, fatto uomo, con il quale possiamo rafforzare la nostra fede secondo una crescita graduale che ha visto caratterizzare lo stesso Pietro. Egli infatti si è abbandonato fiducioso a Gesù e con lui è nata la Chiesa, quale comunità in cui crescere reciprocamente nella fede e punto di partenza per essere testimoni e portare la salvezza nel mondo.

Proprio su questo invito il Papa ha lanciato il prossimo appuntamento della GMG a Rio de Janeiro in Brasile dal 23 al 28 luglio 2013 perché possiamo andare e fare discepoli tutti i popoli (Mt 28,19).

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