Ora ho anche paura di attraversare l’autostrada A7 Genova Milano con i suoi viadotti soprattutto tra il tratto Genova – Serravalle Scrivia.
Tra scarsa manutenzione e gli eventi naturali, prima il crollo del ponte Morandi e, domenica 24 novembre, il crollo per una frana di un pezzo di viadotto dell’A6 Savona Torino, il sistema autostradale ligure è al collasso.
- Dove sono i concessionari a controllare le autostrade che gestiscono?
- Dove sono i controllori del ministero che verificano l’operato dei concessionari?
- Dove sono gli investimenti per la prevenzione e la tutela della viabilità comunale, regionale e nazionale?
Ci sono troppe domande senza risposta e salgono l’ansia e la paura di attraversare qualsiasi strada o ponte ferroviario perché non si sa se sono stati fatti manutenzione e controlli sulla staticità. Sarebbe necessario istituire una “patente” sulla staticità delle infrastrutture quale garanzia per la sicurezza, pubblicati sui siti e visionabile da chiunque per legge. Non possiamo pensare di essere potenziali vittime di un crollo ovunque si vada!
A seguito delle chiusure della A6 e A26 il carico di automezzi si riverserà sull’autostrada A7 e ora ho anche paura di attraversare questa autostrada: mi domando se sopporterà gli ulteriori carichi! Pensate di stare fermi su un viadotto in curva nei pressi del passo dei Giovi!
E quando la decisione della chiusura dell’A26 è diventata certezza, è stata inevitabile l’indignazione perché bloccherà i lavoratori e il traffico di merci con tutti i ritardi tra fornitori. Però a questo punto di aprono anche altre questioni:
- perché finora non si è fatta manutenzione dell’esistente con i soldi dei pedaggi e le risorse pubbliche?
- perché non si è diversificata la mobilità puntando e accelerando anche sulle ferrovia? Penso alla tratta a binario unico tra Andora e Finale Ligure, al ritardo del Terzo Valico e alla bistratta Acqui Terme Genova.
- di fronte ad un territorio fragile, stressato periodicamente anche dalle forti piogge, quale impatto hanno le grande infrastrutture in programma?
- se il terzo Valico è in corso di realizzazione, la Gronda è ancora necessaria all’interno di un contesto stradale fragile e tutto da manutentare?
Lascio queste domande alla Politica, che deve decidere armonizzando gli interessi di tutti e non di una parte, e ai cittadini chiamati a scegliere i suoi rappresentanti.
Mi permetto tuttavia di osservare che la chiusura dell’A6 e dell’A26 hanno suscitato giustamente una grande indignazione perché scollega una Regione dal resto del Paese e coinvolge migliaia di lavoratori e imprese con tutto il conseguente giro economico conseguente (in primis il porto e i suoi gestori privati!). Sicuramente si agirà e si troveranno le risorse per risolvere queste pesanti criticità.
Tuttavia vorrei che la stessa indignazione, le stesse risorse e la stessa celerità fossero investite anche per le criticità ordinarie come quelle che hanno colpito Genova sempre negli stessi luoghi come nel quartiere Fegino, in corso Perrone, il voltino San Quirico e la provincia di Savona in questi giorni. Sembrano banalità, ma bastano una frana e un crollo e si blocca il sistema: lavoratori e imprese colpiti dall’ennesima alluvione senza che a monte siano risolti quei problemi a lungo denunciati con ritardi negli spostamenti, nessun potenziamento dei mezzi pubblici. Si ritorna al punto di prima, invece di fare dei passi avanti.
Un esempio di immobilismo: sono stati investiti migliaia di euro per la stazione ferroviaria di San Biagio San Quirico in Valpolcevera e dalla sua apertura si fermano pochissimi treni e nulla si muove: ma facciamo un parcheggio di interscambio e facciamo usare il treno!
Allora se è oggi c’è un’altra priorità politica, questa è quella di un grande piano di manutenzioni e investimenti che, dal piccolo bilancio del comune fino al ministero, sappia fare prevenzione sulle infrastrutture esistenti e sappia incentivare il trasporto più sicuro e meno inquinante, ma soprattutto obblighi (come se non lo fosse già) a far assumere le responsabilità ai concessionari dell’autostrade.
Le risorse ci sono, troviamole perché la prevenzione è di gran lunga il migliore investimento di fronte alle centinaia di somme urgenze che stanno diventando l’agire quotidiano.
Comincia la discussione